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mercoledì 15 ottobre 2008

CLASSI PONTE: UNA MOZIONE INTOLLERABILE

Perfino Mussolini e Alemanno. Perfino loro sono contro le classi ponte (classi di inserimento, dopo la modifica imposta dal Pdl Bocchino) per gli immigrati. La mozione della Lega votata dalla Camera martedì sera con 256 sì, 246 no e un astenuto sta provocando una vera ondata di indignazione, anche a destra. Alessandra Mussolini, nella sua funzione di presidente della Commissione Bicamerale per l'Infanzia dice: «Creare "classi di transizione" rischia di dar luogo a diversità tra gli studenti suscettibili di trasformarli in cittadini socialmente diseguali». Il sindaco di Roma Gianni Alemanno arriva a chiedere «una pausa di riflessione» e chiede «un confronto con il mondo del volontariato, l'associazionismo cattolico e con tutti coloro che operano nel campo dell'istruzione e immigrazione». Critiche ancora più forti dal segretario del sindacato Ugl Renata Polverini. «L'idea di ghettizzare bimbi immigrati in classi differenziate è contraria alla filosofia di integrazione degli stranieri che il sindacato persegue e che dovrebbe essere alla base delle politiche per l'immigrazione di questo Paese. Anche autorevoli esponenti della Chiesa sono assolutamente contraria. «Va bene preoccuparsi della conoscenza della lingua dei bambini stranieri, ma separarli poi da quelli italiani, non è la strada giusta». Lo dice monsignor Giuseppe Pasini, presidente della Fondazione Zancan. Molto duro Walter Veltroni. «Per me, da italiano, è intollerabile l'idea che ieri alla Camera sia passata una mozione che stabilisce classi differenziate per i figli degli immigrati. Noi- dice Veltroni- siamo stati figli di migranti e non avremmo voluto che i nostri figli fossero inseriti in classi differenziate. Noi siamo stati integrati e vivaddio siamo una società» che integra le persone che «vengono da noi a lavorare». «Dio ci scampi dall'idea di classi separate. Gli argomenti sentiti ieri in aula sono assolutamente assurdi - dice Veltroni- sia chiaro in ogni caso a chi pensa di tradurre in legge una mozione del genere che il Pd userà ogni mezzo possibile per bloccare questa iniziativa. Perchè dalle classi differenziali ad affermare che una persona è superiore ad un'altra, passa davvero pochissimo». Per il segretario della Cgil Guglielmo Epifani sono un «atto di inciviltà verso tutti i bambini, siano essi figli di immigrati o di italiani». «Una divisione così netta tra bambini che parlano l'italiano e coloro che non lo parlano ancora correttamente richiama gli aspetti bui dell'apartheid», afferma il leader della Cgil, giudicando «questo atto non solo l'ennesima dimostrazione dell'intolleranza razziale che caratterizza la destra al governo, ma anche la conseguenza della devastazione contenuta nei provvedimenti sulla scuola: i tagli previsti dalla riforma Gelmini determinano, infatti, l'impossibilità di seguire adeguatamente tutti i bambini nelle loro specificità». «L'educazione interculturale - conclude Epifani - rappresenta il profilo qualitativo della scuola moderna e ha bisogno di luoghi unitari di conoscenza e confronto e non di separazione». Bonanni della Cisl definisce la mozione «ridicola». «La scuola non può diventare una "macchietta". Di questo passo - ha aggiunto - arriveremo ad una scuola per i maschi e per le femmine, per il Nord e per il Sud, per i biondi e per i mori». Piero Fassino chiede alla maggioranza di non proseguire nell'errore. «Mi auguro che la mozione non sia trasformata in legge- spiega - e che il centrodestra comprenda che sarebbe un errore gravissimo che produrrebbe effetti drammatici. Quando viene discriminato un bambino- conclude l'esponente democratico- quella discriminazione se la porta dietro per tutta la vita». Il testo della mozione approvata a Montecitorio impegna il governo a «rivedere il sistema di accesso degli studenti stranieri alla scuola di ogni ordine e grado, favorendo il loro ingresso, previo superamento di test e specifiche prove di valutazione».La mozione impegna inoltre il governo «a non consentire in ogni caso ingressi nelle classi ordinarie oltre il 31 dicembre di ciascun anno, al fine di un razionale ed agevole inserimento degli studenti stranieri nelle nostre scuole». Infine, si prevede «una distribuzione degli studenti stranieri proporzionata al numero complessivo degli alunni per classe, per favorirne la piena integrazione e scongiurare il rischio della formazione di classi di soli alunni stranieri», oltre che «nelle classi ponte, l'attuazione di percorsi monodisciplinari e interdisciplinari, attraverso l'elaborazione di un curriculum formativo essenziale, che tenga conto di progetti interculturali, oltre che dell'educazione alla legalità e alla cittadinanza». (Fonte L'Unità)