“Merci Silvio” è il titolo dell'editoriale di François Vidal per Les Echos in cui si legge chiaramente come sia stato Jean-Cyrill Spinetta, presidente di Air France-Klm, il vero vincitore nell'acquisto del 25% di Alitalia. Con la compagnia italiana, Air France-Klm si è assicurata il quinto mercato aereo europeo e uno tra i più redditizi con più di 24 milioni di passeggeri, undici dei quali sono viaggiatori internazionali. L'obbiettivo strategico non era, e non è, Malpensa ma Roma per creare un asse di hub complementari con Parigi “Charles De Gaulle” e Amsterdam “Schipol”.
Con la partnership in Alitalia, il colosso franco-olandese ha messo in scacco sia i rivali tedeschi di Lufthansa che, sebbene non abbiamo mai presentato un'offerta per l'acquisto di Alitalia, avrebbero visto con favore la creazione della dorsale Berlino-Vienna- Milano, sia quelli inglesi di British Airways tuttora in difficoltà con la conclusione della alleanza con gli spagnoli di Iberia. I cugini d'oltralpe hanno rimarcato la nota più lieta per loro e difficile da digerire per noi. Grazie a Silvio Berlusconi la compagnia aerea francese ha fatto un grande affare a non comprare Alitalia per 1,5 miliardi nell'aprile del 2008. Il nostro premier ha fatto in modo che Air France potesse acquisire una società risanata e riorganizzata e non quella che perdeva un milione al giorno. E tutto questo ad un prezzo altamente concorrenziale, ossia 320 milioni che non sono affatto uno sproposito viste anche le buone prospettive future. E a questo va aggiunto il fatto che Air France non si dovrà accollare il problema delle casse integrazione e degli esuberi del personale. Insomma un vero regalo!!! Insomma è stato un successo per Cai, per il governo e per Air France. Un fallimento per i cittadini italiani che pagheranno i 3 miliardi di debiti della vecchia compagnia aerea. Ma poco importa agli occhi di questo governo che guarda solo i propri interessi. L'avviamento della nuova Alitalia sembra sia stata buono nonostante qualche di disagio a Linate e Malpensa e la cancellazione di alcuni voli. Restano le polemiche con i dipendenti e i loro sindacati che ieri hanno manifestato mettendo in atto un simbolico funerale per celebrare l'ultimo giorno di operatività della ex compagnia di bandiera e salutare il decollo di Cai. La posizione del Partito Democratico è rimasta ferma e costante durante tutto il teatrino messo in scena dal governo. Per Massimo D'Alema l'accordo definitivo con Air France e l'intera vicenda Alitalia “è stato un tipico imbroglio". "Berlusconi ne ha fatto una bandiera elettorale e alla fine si è arrivati all'unica soluzione ragionevole – ha chiarito D'Alema - cioè che nel giro di qualche anno ci sarà una fusione tra Alitalia e Air France così come aveva individuato Prodi. La differenza, è che i francesi non pagheranno la fusione perché il costo dell'operazione è stato già scaricato sui cittadini italiani". “Come volevasi dimostrare, si chiude una vicenda scandalosa che rasenta l’imbroglio”. E’ quanto ha dichiarato il ministro ombra delle Infrastrutture, Andrea Martella, a proposito dell’ok di Cai ad Air France. “I cittadini pagano più di 3 miliardi, le tariffe aumentano e c’è meno occupazione. Un risultato disastroso il cui responsabile è Silvio Berlusconi”. “Una presa in giro durata fino all’ultimo – ha concluso il deputato del PD – con la disputa all’interno della maggioranza e gli annunci di altre offerte inesistenti. Formigoni e Moratti sono stati trattati a pesci in faccia, ne traggano le conseguenze”. Per Cesare Damiano, viceministro ombra del Lavoro, “l’italianità a termine della nostra compagnia di bandiera, perché fra quattro anni Alitalia sarà venduta, è costata quasi 4 miliardi di euro alle famiglie italiane facendo, inoltre, pagare un duro prezzo occupazionale in un momento di crisi economica. Un danno ed una presa in giro per il paese ed i cittadini. La Francia ci ha addirittura ringraziato per il regalo fatto dal governo Berlusconi. Al paese restano i debiti, un conflitto tra Malpensa e Fiumicino e le tratte Milano-Roma, comparativamente le più care di Europa e un accordo siglato dai sindacati confederale, che, nonostante l’ultimatum e la fretta di concludere del ministro Sacconi, si dimostra di difficile gestione e si trascina da mesi. Cosa pensa di fare il Governo? Di fronte a tutto ciò è necessario che l’esecutivo informi il parlamento.