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martedì 24 giugno 2008

LE BOLLICINE DI SILVIO

E' francamente deludente il modo in cui il Consiglio Euopeo ha affrontato sia il dopo referendum irlandese, sia la grave emergenza del caro greggio. In pratica con un rinvio. Fa un pò ridere Berlusconi quando per recupare la fiducia dei cittadini nell'europa, attacca l'euroburocrazia e la commissione europea, e si affida ai capi di governo dei 27, cioè a quel Consiglio Europeo, che, malgrado la grinta e le pulsioni decisioniste del Premier italiano, non è riuscito a far nulla. La verità è che l'attacco alla Commissione Europea, garante dei Trattati, nasconde le responsabilità dei governi che sono i veri detentori del comando in Europa. Questo, ahi noi, è il tempo della demagogia: se Berlusconi sgrida i burocrati di Bruxelles sa di trovare orecchie attente in chi immagina che nella capitale belga operi un esercito di fannulloni e incompetenti, e non sa che l'euroburocrazia (che non è immune da vizi, per carità) è meno popolosa di quella di una citta' europea e sicuramente non difetta nella competenza. Se Berlusconi promette di dare un "drizzone" verso l'europa dei cittadini, sa di trovare ascolto tra chi chiede maggiore informazione, più coinvolgimento, migliore fruizione delle opportunità offerte dall'unione europea. Ma il premier italiano non dice che, proprio lui e il suo partito, stanno predisponendo una proposta che recide il residuo filo con i cittadini. Vogliono cambiare la legge elettorale introducendo le liste bloccate anche all'europee. Alla faccia dell'Europa dei cittadini. In modo che il radicamento territoriale, il contatto con la gente, l'opera di informazione continua su programmi e norme europee,la competenza e la serietà nello svolgimento del lavoro parlamentare, non siano giudicati, come è sacrosanto in democrazia,dal popolo, ma da una persona,appunto il capo del governo che e' anche capo del partito. Per fortuna la demagogia è come le bollicine di spumante, fanno scena, al piu ti lasciano un fastidioso bruciore di stomaco. E' la serietà che paga, la costanza nel perseguire la integrazione europea: proseguire nella ratifica del trattato, approvarlo a fine percorso anche senza l'irlanda, e contemporaneamente far andare avanti politiche comuni tra chi ci sta. La logica di tenere tutti dentro, sul cui altare si è sacrificato il progetto di Costituzione, privilegiando un testo di compromesso al ribasso che mantiene la regola vergognosa del l'unanimità per la politica estera e che rinunica ai suoi simboli a partire dall'inno e dalla bandiera, non ha pagato. I simboli contano e creano il clima, l'attaccamento, e rafforzano l'amore per l'Europa. Dobbiamo dunque lavorare con buona lena e qualche idea nuova per far crescere l'integrazione dal basso. Con il collega Susta abbiamo chiesto due cose al ministro degli esteri Frattini : che proponga la istituzione di un delegato per l'Europa in ogni comune e che in scuole e univeristà siano inseriti nei curricula didattici studi europei. I giovani sono il lievito principale dell'Europa, quei giovani che attraverso l'Erasmus hanno studiato nelle univeristà europee, hanno contaminato le loro culture, hanno imparato le lingue, sono diventati i migliori artefici del progetto europeo. Abbiamo esteso l'Erasmus ai ragazzi dai 16 ai 18 anni, lanciato l'Erasmus per i giovani imprenditori, lo proporremo per la pubblica amministrazione, perche crediamo che è dal demos che bisogna ripartire, non vellicandolo con carezze damogiche, ma chiamandolo in campo, rendendolo protagonista della costruzione di una Europa piu forte. Gianni Pittella (Eurodeputato PD)