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sabato 1 novembre 2008

NO AI TAGLI ALLA SCUOLA PUBBLICA E ALL'UNIVERSITA'

Studenti, insegnanti, genitori in corteo a Cremona giovedì 30 ottobre - Una manifestazione come non si vedeva da anni - Il video ed il testo dell'intervento di Luca Burgazzi, dei Giovani Democratici di Cremona

Quella di oggi è si una grande manifestazione democratica per la scuola pubblica, ma ritengo che sia anche una manifestazione per la democrazia, per il futuro di tutti e per noi giovani che saremo i protagonisti di questo futuro.Siamo tutti qui insieme, insegnanti, personale ATA, studenti, adulti e giovani a mostrare pacificamente e democraticamente il nostro dissenso nei confronti della politica dell’attuale Governo volta ad un taglio indiscriminato nei confronti della scuola. In questo modo si va a demolire una delle realtà più importanti della vita di ogni paese democratico; luogo in cui si imparano e si sperimentano i valori del rispetto, della democrazia, della pace e dell’integrazione. La scuola non può solamente essere intesa come semplice macchina del sapere, ma essa è un luogo vivo, dinamico, capace di garantire futuro ad una società. Con questa riforma il Ministro Tremonti e tutto il Governo hanno attuato una vera e propria rivoluzione culturale secondo la quale la scuola ha valore solo se risponde alle richieste del mercato, non se è il luogo di integrazione e crescita attraverso la cultura.Noi siamo qui oggi a dire no a questa cultura!Siamo qui oggi a dissentire con coloro che hanno tentato di mascherare questi enormi tagli sotto le mentite spoglie di una “riformetta” che ha mortificato l’intelligenza di ogni cittadino che ha a cuore il futuro della propria società. Per mascherare tutto ciò hanno spostato l’attenzione sul grembiule e sul ritorno al voto in modo da poter distruggere indisturbati il nostro futuro, la nostra scuola e la nostra democrazia. Hanno così mortificato e offeso la dignità professionale dei docenti, la partecipazione degli studenti e dei genitori. Hanno agito in questo modo perché essi hanno già la loro scuola: la televisione che mostra un mondo in cui non conta il rispetto per gli altri o l’impegno, semplicemente un successo facile che calpesta i più deboli e coloro che sono in difficoltà. È semplicemente spaventosa la mozione votata in Parlamento in merito alla costituzione di classi separate per i bambini stranieri definita da Famiglia Cristiana: “la prima mozione razzista votata dal Parlamento italiano”. Essa è un danno per tutti. I bambini italiani vedranno i loro amici come diversi e i bambini stranieri si sentiranno diversi e messi ai margini. Oltre a ciò si impone una pesante riforma per la scuola elementare con il ritorno al maestro unico nonostante i dati ocse chiarifichino che la scuola elementare italiana è la seconda in Europa. Quale uomo saggio e avveduto cambia radicalmente, riportandola al passato, una realtà che funziona e che da buoni risultati? Inoltre la scuola superiore con questa riforma perderà la sua specificità. Gli istituti professionali scompariranno, gli istituti tecnici chiuderanno i propri laboratori e dai licei diminuiranno le materie cosi dette di indirizzo. Come si può pretendere di migliorare in questo modo l’istruzione? Come poi possono stupirsi se c’è qualcuno che ha qualcosa da dissentire? Passando poi all’Università questa riforma taglierà in modo indiscriminato la Ricerca. Questi tagli non solo freneranno noi giovani, ma non andranno a colpire effettivamente dove vi è uno spreco reale. Chi taglia i fondi alla Ricerca dovrà poi assumersi la responsabilità di aver affossato le nostre capacità, di aver favorito la cosiddetta “fuga dei cervelli”, di aver ingessato un intero sistema culturale. Tuttavia sembra proprio questa la strada che vuole intraprendere il nostro Governo che attraverso il ministro Brunetta ha annunciato ulteriori tagli per musei, mostre e teatri. Non è così che si garantisce un futuro e come dice Franco Cardini, storico di fama mondiale: “Prenda nota, signor ministro Giulio Tremonti, ritirare l’appoggio alle Università e alla cultura è un modo di rubare ai poveri per dare ai ricchi. Un modo come infiniti altri. Ma è l’esatto contrario di quel che avrebbe voluto il ‘suo’ Robin Hood”. Infine mi fa sorridere la pretesa di un dialogo a cose ormai già decise. La nostra visione di dialogo è ben diversa; per noi prima ci si siede intorno ad un tavolo e si decide insieme. In un dialogo serio e democratico non si avvallano decisioni già prese. Questo accade nei paesi che non hanno un governo democratico. È da ipocriti chiedere ora un dialogo quando per mesi hanno ingessato il sistema democratico con decreti legge e voti di fiducia che hanno impedito un vero dibattito parlamentare. Hanno approvato questa riforma in sordina senza coinvolgere sindacati, associazioni professionali, studenti e genitori e ora si stupiscono di queste nostre democratiche manifestazioni; evidentemente il dissenso non è contemplato nella loro visione politica! Inoltre, scusate, ma come possiamo dialogare con persone che non sanno ciò che hanno scritto nelle loro leggi!? Come dialogare con chi non sa la differenza tra unico e prevalente nella lingua italiana? Come dialogare con chi non sa che con 24 ore alla settimana il tempo pieno non è garantito? Come ascoltare chi definisce coloro che si informano e che dicono cosa realmente vi è scritto nelle leggi, persone che fanno campagna di disinformazione? La disinformazione la fanno loro negando l’evidenza dei fatti, sperando poi che l’opinione pubblica si fidi e approvi in virtù di qualche capacità dialettica del Presidente del Consiglio. Infine come dialogare con chi offende i docenti e il personale ATA? Come possiamo noi sederci intorno ad un tavolo con persone che hanno dichiarato sui giornali che gli insegnanti italiani sono ignoranti e troppo pagati!? Come possiamo solo ascoltare chi non rispetta il valore del lavoro degli insegnanti?! Chi offende gli insegnanti e tutto il personale scolastico offende l’intero sistema educativo italiano quindi anche se stesso. Che quindi moderino loro i toni e congelino questa riforma, poi solo allora saremo disposti a dialogare. Noi qui oggi vogliamo una scuola che insegni, oltre che a saper scrivere e far di conto, a pensare con la propria testa e non con la testa di altri. Vogliamo anche vivere di conseguenza in un paese in cui si possa dissentire rispetto al proprio governo, in cui si possa manifestare in tranquillità, in cui chi è contrario alle proposte viene ascoltato e non giudicato come facinoroso o ignorante.

Luca Burgazzi
Giovani Democratici Cremona