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venerdì 24 ottobre 2008

DA QUESTA OCCUPAZIONE E' NATA UNA GENERAZIONE MIGLIORE

Ringraziamo Tania Passa (esponente nazionale del PD, già progettista editoriale del sito DSOnline e responsabile delle emittenti locali radio e tv nel dipartimento informazione DS; autrice nel 2007 di una legge che prevede l'insegnamento antimafia nelle scuole) per averci inviato un contributo sulla situazione attuale nel mondo della scuola e dell'Università in Italia.

Il mondo raccontato dai telegiornali spesso è diverso dalla realtà, ma mai come questa volta si è più lontani dalla verità a La Sapienza occupata c’è il mondo vero e forse è fatto da persone migliori di quelle che stanno in tv, ma andiamo ad ascoltarli.“Non c’è nessuna bandiera rossa, non si parla di Marx né di politica, e tanto meno di PD, la finalità di questa protesta è una legge che non ci piace. Questa protesta viene dal basso e in modo spontaneo, coinvolge chiunque, noi questo dissesto dell’università e della ricerca non lo vogliamo”. Queste le parole dei ragazzi che stanno occupando La Sapienza: hanno tra i 20 e 25 anni, un’intelligenza vera e visi puliti, e un calendario fitto ogni giorno di cose da fare.Alle 8 , 30 si fa il punto della situazione e la rassegna stampa, che viene appesa fuori le facoltà. Ore 10,30 inizia il workshop su maggioranza e minoranza nella storia ,e piattaforme programmatiche sulla legge 133. Subito dopo c’è “ un cornetto e 1 volantino” che contiene le motivazioni della protesta. Poi ci sono le lezioni, e ci sono eccome, non come hanno detto i Tg di Mediased o il tg di Mazza, che viene negato il diritto allo studio dei ragazzi. Le lezioni si fanno tutti i giorni, magari a volte vengono fatte all’aperto, come oggi che tante facoltà le hanno fatte sotto la statua di Minerva o sulle scale della facoltà, e sono arricchite da dibattiti, ma il diritto allo studio non viene negato a nessuno. Poi c’è l’assemblea sia in facoltà che nell’Ateneo e lì si decide cosa fare nella giornata, quello che caratterizza i nuovi giovani è una parola magica “la collettività” sono una cosa unica senza bisogno di nessuno che li rappresenti. “Chiunque può prendere la parola e dire quello che pensa, si decide insieme non c’è alcun leader”. I ragazzi che stanno occupando le università sono migliori ed hanno un’idea di democrazia precisa “Nell’assemblea ci si guarda negli occhi e si constata in prima persona come stanno le cose chiunque se vuole può venire a partecipare , questa è democrazia”. Nelle facoltà c’è un discorso appeso dappertutto in ogni angolo, recita così: "Facciamo l'ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuol fare la marcia su Roma e trasformare l'aula in alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura. Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di Stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di Stato hanno il difetto di essere imparziali. C'è una certa resistenza; in quelle scuole c'è sempre, perfino sotto il fascismo c'è stata. Allora, il partito dominante segue un'altra strada (è tutta un'ipotesi teorica, intendiamoci). Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito. Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di privilegi. Si comincia persino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole, perché in fondo sono migliori si dice di quelle di Stato. E magari si danno dei premi, come ora vi dirò, o si propone di dare dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece che alle scuole pubbliche alle scuole private. A "quelle" scuole private. Gli esami sono più facili, si studia meno e si riesce meglio. Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata. Il partito dominante, non potendo trasformare apertamente le scuole di Stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di Stato per dare la prevalenza alle sue scuole private. Attenzione, amici, in questo convegno questo è il punto che bisogna discutere. Attenzione, questa è la ricetta. Bisogna tener d'occhio i cuochi di questa bassa cucina. L'operazione si fa in tre modi: ve l'ho già detto: rovinare le scuole di Stato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni. Attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private. Non controllarne la serietà. Lasciare che vi insegnino insegnanti che non hanno i titoli minimi per insegnare. Lasciare che gli esami siano burlette. Dare alle scuole private denaro pubblico. Questo è il punto. Dare alle scuole private denaro pubblico". E’ Piero Calamandrei, discorso pronunciato al III Congresso in difesa della Scuola nazionale a Roma l'11 febbraio 1950, forse una profezia.Chissà perché però questo Governo vuole trasformare le Università in Fondazione private? Gli universitari le fondazioni non le vogliono e credono che servano a minare le basi del sapere, colpendo l’istruzione pubblica. “ Noi non ci fermeremo questa legge non la vogliamo”. Infine come poteva mancare internet? Vi sono dei network informativi delle facoltà occupate come www.uniriot.org che sul 'chi siamo' recità così: ”Uniriot è la rivolta del sapere vivo tra le macerie dell'università riformata, è il conflitto dei precari nell'epoca del capitalismo cognitivo. Uniriot è l'insorgenza delle intelligenze contro il potere feudale degli atenei e i processi di aziendalizzazione, lo scardinamento dei confini e dei filtri disseminati lungo il percorso formativo. Uniriot è la non misurabilità della produzione di conoscenza, è il tempo eterogeneo e pieno delle forme di vita e di lotta.” Hanno detto che erano comunisti pilotati, ma sono solo persone per bene, stanche di essere manipolate dall’informazione e da chiunque altro.Non si fermeranno: hanno deciso di cambiare le cose.