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mercoledì 4 febbraio 2009

GIUSTIZIA FAI DA TE

Gli ultimi due giorni hanno visto il premier tornare in Tv per concedersi a due interviste sulle sue televisioni. Con grande capacità mediatica, Berlusconi ha sciorinato i suoi soliti meriti e quelli del suo governo per poi dare grande risalto alla prossima mossa a sorpresa: la riforma della giustizia. Una riforma per la quale il PD voterà no perché “fortemente contrario al ddl intercettazioni che giudica un provvedimento 'ammazza indagini' ed un vero e proprio attacco alla sicurezza dei cittadini". Non contento di essere “immune” da ogni processo grazie al Lodo Alfano, il capo dell'Esecutivo ha orientato il suo bersaglio sui magistrati, colpevoli, a suo giudizio, di non saper fare il loro mestiere. Berlusconi ha condannato le recenti violenze sulle donne come la diretta conseguenza delle scarcerazioni facili e dell'inoperosità dei giudici. Motivazione eccezionale per provvedere ad un'immediata riforma della Giustizia. Analizzare le parole di Berlusconi non è una questione di stabilire se dice la verità o meno. È una questione di scoprire quali siano i particolari significanti che volutamente omette per nascondere la verità nella sua completezza. I principali obiettivi del premier sono la separazione delle carriere e degli ordini dei giudici, svilire il ruolo del Consiglio Superiore della Magistratura e bloccare lo strumento delle intercettazioni come strumento di indagine. Ed è proprio su sul blocco sostanziale delle intercettazioni che Berlusconi dimentica di ricordare che limitandone l'uso sia nella durata e sia nel merito, si elimina di fatto uno strumento fondamentale per la lotta alla criminalità. In altri termini “tutti questi provvedimenti – ha sottolineato Walter Veltroni – indeboliscono l'autonomia della magistratura senza rendere più efficiente la giustizia”. In effetti sembra un semplice gioco di parole, ma, modificando l'attuale legge sulle intercettazioni nella sua dicitura laddove parla di “gravi indizi di reato” in “gravi indizi di colpevolezza” vengono paralizzate le indagini degli inquirenti. E se a questa condizione si aggiunge il limite massimo di due mesi per l'operatività delle intercettazioni ecco che la frittata è fatta. Per usare le parole del procuratore aggiunto di Milano, Armando Spataro, “si tratta di una scelta priva di logica comune. L'assurdo è evidente”. Poi come se non bastasse, stamani a Studio Aperto, Berlusconi ha rilanciato la restrizione delle intercettazioni contenute nello disegno di legge del suo governo: da “gravi indizi di colpevolezza” a “gravi prove di colpevolezza”. Insomma lo stallo completo. La riforma della giustizia voluta da Berlusconi va contro ogni logica del buon senso e non tiene conto di nessuna delle proposte avanzate dal PD “che partono dalla necessità di far funzionare la macchina giudiziaria e di accrescere le garanzie dei cittadini. Dai processi in tempi più rapidi, alle pene certe, alla tutela della privacy dei cittadini”, come ha ricordato Veltroni in una recente intervista al mensile “Pocket”. Per Lanfranco Tenaglia, ministro della Giustizia del governo ombra, “sulla giustizia continua il gioco degli specchi di Berlusconi. L’accordo nella maggioranza sulle intercettazioni avrà come solo prodotto quello di impedire le indagini per gravissimi reati come le rapine in villa, con buona pace della Lega e dei proclami sulla sicurezza dei cittadini”. “Quanto alla riforma della giustizia, poi – ha continua Tenaglia –, l’unica cosa che realmente interessa il premier è quella di mettere in riga i magistrati con la separazione delle carriere e di controllare il Csm, senza occuparsi della giustizia che serve ai cittadini ossia processi più rapidi, effettività della pena ed equilibrio tra accusa e difesa. I giochi di parole in cui si lancia il presidente del Consiglio non bastano a nascondere la sostanza di ciò che va affermando”. “Con l’avvicinarsi delle elezioni è ritornato ai soliti mantra da campagna elettorale fatti di slogan del tutto distanti dai problemi reali del paese e delle persone. Ha ripreso la sua campagna elettorale permanente, parole tante, effetti positivi per il paese nessuno”. “Separare le carriere – ha concluso Tenaglia - non ridurrà di un solo minuto la durata dei processi. La giustizia ha bisogno di un intervento di riforma complessivo che sia nell’interesse dei cittadini e nel senso di garantire l’effettività dei diritti. Il Pd le sue proposte le ha avanzate e il confronto può avvenire solo per risolvere i problemi e non per regolare i conti con la magistratura o per sottoporla al controllo del potere politico. "O Berlusconi straparla o le sue sono affermazioni schizofreniche che rivelano la più totale mancanza di fiducia nella propria maggioranza e l'assenza di rispetto nei confronti dei lavori parlamentari". Così la capogruppo del Pd nella commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti ha commentato l'intervista a Studio Aperto in cui il premier ha annunciato un'ulteriore modifica alla disciplina sulle intercettazioni che sostituisce i ‘gravi indizi di colpevolezza’ con le ‘gravi prove di colpevolezza ’. "La proposta di inserire le 'gravi prove di colpevolezza' per autorizzare l'avvio delle intercettazioni è una norma 'ammazza indagini' – ha sottolineato Ferranti - che uccide definitivamente l'utilizzo di un valido strumento per la ricerca della prova. Invece di ascoltare le autorevoli critiche che si sono levate in questi giorni a difesa delle intercettazioni – ha proseguito – il governo attacca violentemente il sistema investigativo mettendo a repentaglio la sicurezza dei cittadini. Non si comprendono inoltre le ragioni di questa ulteriore inversione di rotta dell'esecutivo che non solo peggiora ulteriormente il testo in discussione alla Camera, ma rivela l'inesistenza dell'accordo di maggioranza tanto annunciato la scorsa settimana”. "Oggi – ha chiarito Ferranti - abbiamo presentato una ventina di subemendamenti per modificare radicalmente l'impianto del testo governo e ridare dignità ad uno strumento fondamentale per le indagini e per la ricerca della prova". "Nel merito i nostri emendamenti prevedono: l'eliminazione del presupposto dei 'gravi indizi di colpevolezza' e la reintroduzione dei 'gravi indizi di reato' per l'autorizzazione delle intercettazioni; il ritorno al giudice competente per le autorizzazioni e l'eliminazione dell'organo collegiale; l' eliminazione del termine complessivo di 60 giorni e la rimozione del limite massimo di proroghe all'intercettazione; il ripristino della disciplina delle intercettazioni ambientali prevista dal codice di procedura penale; una disciplina delle videoriprese rispettosa dei diritti fondamentali; l'eliminazione della necessità della richiesta della persona offesa per poter effettuare intercettazioni nei procedimenti contro ignoti; l'estensione della sfera di operatività delle regole speciali destinate alla criminalità organizzata ai cosiddetti 'reati satelliti' (omicidio, sequestro, estorsione, violenza sessuale, usura, corruzione e concussione) che sono la prima dimostrazione della presenza nel territorio di reti criminali organizzate".