Il presente sito rappresenta un archivio di tutto il materiale pubblicato dal Partito Democratico di Casalmaggiore. L'indirizzo del sito pd è www.pdcasalmaggiore.it . Buona lettura.


lunedì 2 marzo 2009

NORME ANTI SCIOPERO, IL GOVERNO FORZA LA MANO

l Consiglio dei Ministri ha approvato il disegno di legge di riforma dello sciopero nel settore trasporti. Il contenuto del disegno di legge licenziato dal Cdm era già stato reso noto nei giorni scorsi e prevede, tra le misure più significative, l'introduzione di un referendum consultivo preventivo obbligatorio prima dello sciopero, a meno che non sia proclamato da organizzazioni sindacali con una rappresentatività superiore al 50% dei lavoratori; la possibilità di uno "sciopero virtuale" per il lavoratore che può dichiarare l'astensione dal lavoro ma in realtà prestare comunque la sua attività, perdendo però la retribuzione che viene poi destinata a fini sociali; il divieto totale di alcuni tipi di proteste come l'occupazione delle strade, delle autostrade, delle linee ferroviarie e degli aeroporti; sono inoltre previsti aggiornamenti al regime sanzionatorio nel caso di violazioni del diritto di sciopero. Il PD, nelle parole di Cesare Damiano, ex ministro del lavoro nel governo Prodi, avverte: bisogna rivedere le soglie del provvedimento del governo sugli scioperi, garantire che esso si applicherà solo ai trasporti, e soprattutto trasformarlo da legge delega in normale proposta di legge. ''Per parte nostra – spiega Damiano - abbiamo criticato il ministro per il ricorso allo strumento della delega, perché é più appropriato una proposta di legge da discutere in Parlamento. Noi vogliamo che sia evitato un'intervento legislativo che invadesse il campo dell'autonomia sindacale''. ''Noi abbiamo esercitato una pressione politica, così come lo ha fatto il sindacato - prosegue l’esponente PD - che ha consentito di chiarire meglio la situazione. Intanto è importante che nel provvedimento del governo l'intervento sugli scioperi sia circoscritto ai soli trasporti. Noi, infatti, siamo interessati a un equilibrio tra il diritto dei cittadini ad avere i servizi e quelli dei lavoratori''. Molto critico riguardo al pacchetto di riforma dello sciopero nel settore trasporti è stato nei giorni scorsi il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani: "In materia di libertà del diritto di sciopero costituzionalmente garantito bisogna procedere con molta attenzione - ha detto - Se c'è qualcosa da aggiustare rispetto a una normativa già rigida eventualmente lo si può vedere. Ma se si vogliono introdurre forzature che limitano poteri e prerogative è altra questione". Preoccupazione è stata espressa anche da Pierluigi Bersani, responsabile PD per l’Economia, che ha sottolineato l’inquietudine suscitata dalla scelta, da parte del governo, di pensare ad una legge delega per affrontare la regolamentazione dello sciopero. “Siamo di fronte a temi di profilo costituzionale rilevante – spiega Bersani - e non è mai buona cosa affidare al governo, qualunque esso sia, la definizione di materie così delicate''. ''Tuttavia - ha aggiunto l'esponente del Pd - noi siamo pronti a discutere. Nel provvedimento del governo ci sono cose che non vanno, per esempio la soglia del referendum per poter proclamare uno sciopero mi pare un po' alta''. Come Bersani, anche Enrico Letta preme per un confronto libero ed efficace ribadendo, nel contempo, che “Il diritto di sciopero va regolamentato e non compresso”. “Per arrivare ad una riforma davvero utile ai cittadini, ai sindacati più rappresentativi e alla produttività del paese, – spiega l’esponente PD - è necessaria una discussione libera in Parlamento e un buon lavoro di concertazione. Di conseguenza è sbagliato, a nostro avviso, lo strumento della legge delega''. Dello stesso avviso è Rosy Bindi, vicepresidente della Camera dei deputati: ''La scelta di un disegno di legge delega che incide in maniera così rilevante su questa materia - afferma la parlamentare - appare molto problematica, sembra infatti prevalere la volontà politica di sterilizzare il dissenso che non la ricerca di contemperare i legittimi interessi dei lavoratori e degli utenti. Lo sciopero è un diritto costituzionalmente garantito, limitarne il ricorso in presenza di una situazione economica e sociale assai difficile diventa pericoloso soprattutto se queste norme dovessero configurarsi come il nuovo tassello di una strategia che produce la divisione tra i sindacati e la contrapposizione tra lavoratori. Serve prima di tutto un confronto con le parti sociali e con il Parlamento, espressione della rappresentanza dell'interesse generale''. (da L'Unità)